Il cortocircuito logico delle primarie milanesi

Catch“Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo”. Questo è il famoso Catch 22, il codicillo militare che creava un circolo vizioso assurdo nel romanzo di Joseph Heller del 1961. Si tratta di una delle tante versioni di un paradosso logico che viene normalmente fatto risalire al filosofo cretese Epimenide. La versione di Epimenide era “I cretesi sono tutti bugiardi”. L’affermazione, in bocca a Epimenide, crea un paradosso. Infatti, se la frase è vera, Epimenide in quanto cretese è un bugiardo. Ma se Epimenide è un bugiardo, la frase non è vera. Ma se la frase non è vera, allora Epimenide non è bugiardo e dice la verità. Ma se Epimenide dice la verità, allora la frase è vera. Insomma, non se ne esce.

La stessa cosa succede in questi giorni ai tanti che provano a criticare l’intenzione di Giuseppe Sala – ex Commissario di Expo 2015 – di partecipare alle primarie democratiche per la successione a Giuliano Pisapia come sindaco di Milano. Sala gode apparentemente delle simpatie di Matteo Renzi e delle antipatie della sinistra del PD, che appoggia invece la candidatura di Pierfrancesco Majorino, oggi assessore della Giunta Pisapia. Sala è anche vicino a certi ambienti del centrodestra milanese ed è stato direttore generale del Comune quando era sindaco Letizia Moratti.

Questa vicinanza al centrodestra è una delle ragioni per cui la sinistra democratica guarda con grande sfavore alla candidatura di Sala. Sala, dicono, aprirebbe a un’alleanza con parte del centrodestra, come accade oggi nel parlamento nazionale. Al contrario, Majorino e i suoi sostenitori vogliono mantenere la coalizione con Sel e con quanto si muove a sinistra del PD. La sinistra PD per settimane ha temuto che Renzi volesse far convergere il partito su un candidato unico – Sala, appunto – per non fare le primarie. Ora invece pare che le primarie si faranno, ma la sinistra PD chiede che Sala smentisca di voler aprire a una coalizione col centrodestra, perché le primarie a Milano sarebbero “primarie del centrosinistra”.

Ma chi decide se e con chi ci si deve alleare? A sentire gli oppositori di Sala, le primarie sono il metodo migliore per decidere quale candidato presentare. Ma l’eventuale candidato Sala sembrerebbe, per storia personale e tendenze politiche, un moderato che punterebbe a un programma centrista e ai voti di moderati di centrodestra e centrosinistra. Ecco allora il catch 22: Sala può partecipare alle primarie, ma se partecipa alle primarie non può essere Sala – cioè non può proporre un programma che guarda al centro e anche agli elettori del centrodestra.

Come succede nel romanzo di Heller, non si può leggere questa tesi senza sorridere per il paradosso assurdo. Se le coalizioni e le strategie sono già definite, a che servono le primarie? Non so se voterei un candidato del PD che fosse alleato di Formigoni, Lupi e Comunione e Liberazione. Ma le primarie dovrebbero servire proprio a indirizzare il partito verso questa o quell’altra direzione. Se la direzione del partito (più a sinistra, più al centro, di qua o di là) si decide fuori dalle primarie, allora le primarie servono a ben poco.

La radice del cortocircuito logico nasce, ovviamente, dal fatto che in Italia le primarie vorrebbero essere delle primarie di coalizione e non di partito. L’idea è originale, perché in USA – patria delle primarie – non ci sono coalizioni, e sono i partiti a fare le primarie. Le differenze tra Hillary Clinton e Bernie Sanders ci sono – e forse sono più significative di quelle tra Sala e Majorino. Gli elettori delle primarie avranno la possibilità di dire la loro sulla direzione che dovrebbe prendere il Partito Democratico americano. I difensori delle primarie milanesi non vogliono invece che alle primarie si possa decidere il respiro complessivo del programma del PD ma solo variazioni o sfumature di un’alleanza comunque predeterminata e non modificabile. Questo però non ha senso: se SEL è un alleato certo e indiscutibile, allora SEL dovrebbe sciogliersi e confluire nel PD – e accettare Sala come candidato qualora dovesse vincere le primarie. Ma SEL non ha intenzione di fare nulla del genere.

Insomma, l’idea italiana delle primarie non è solo originale ma anche abbastanza strampalata. Se le coalizioni si formano sui programmi dei candidati e i candidati (e i loro programmi) sono scelti con le primarie, le coalizioni dovrebbero essere decise con le primarie. Ma se le primarie sono primarie di coalizione, allora le coalizioni non sono decise con le primarie.

Comunque la si giri, si finisce in un rompicapo logico. Per uscire dal cortocircuito bisognerebbe abbandonare l’idea delle coalizioni naturali. Del resto le primarie nascono in un sistema bipartitico, in cui un partito si candida a governare da solo. Insomma, la famigerata vocazione maggioritaria. Se si è a favore delle primarie, non si possono considerare le alleanze come dei dogmi indiscutibili. Le due cose possono stare assieme solo con una logica impazzita. Se vi piacciono le primarie, dovete farvi piacere anche l’idea che Sala possa candidarsi con un programma diverso da quello che piace a voi.

Lascia un commento